I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Sapete perchè sono qui ? >
      — Risparmiate a voi .stessa Tonta di un'inutile confessione, rispose il Fabiani coli'inalterabile sua freddezza. • 4 « a » 4 *
      — No, voglio farvela: Tonta ricadrà su me sola che l'ho-provocata.
      Il conte fé' un cenno del capo come a dire: «S'è così, vi ascolto ».
      — Sono qui, ripigliò Miranda, per aspettarvi un uomo — quest'uomo non e un mio amante; sono qui. perchè l'agiatezza mi sfugge, perchè il piacere svanisce....,perchè muoio,' voi*Y avete detto , muoio al solo presentimento delle privazioni che intravvedo nel mio avvenire; sono qui perchè l'agiatezza, il piacere., la vita, l'uomo che aspetto può dar-mela — e quest'uomo io non lo amo — l'odio; non cedo alla passione, obbedisco a! calcolo; non mi abbandono, mi vendo I — comprendete voi, signor conte, il terribile significato di questa frase? •
      E tenne gli* occhi intenti nel Fabiani, aspettandone con angosciosa ansietà la risposta. < . J a i *
      — Lo comprendo, rispose il conte mal suo grado colpito dall'accento sinistro con cui furono pronunciato quelle parole.. « <•
      — Lo comprendete tutto? . * •
      — Tutto. • . 1 ./ ;
      — Ebbene, avete detto poc'anzi che io non avrei indietreggiato davanti al delitto — per Dio che ci ascolta, signor conte, vi giuro che
      /
      la vostra non era una supposizione. L'uomo a cui sto per vendere l'anima mia e ricco.... ricco molto.... ricco da inebriarmi, da farmi impazzire — io sono povera — io l'odio.... io potrei.... e sarei ricca un'altra volta, ricca e felice.... Oh,, credetemi, signor conte, è un pensiero che affascina 1...
      E coll'occhio stravolto, le nari enfiate e le labbra frementi. Miranda spiò sul volto del conte l'impressione della sua minaccia.
      — Ebbene? chiese senza scomporsi il Fabiani.
      — Voi non mi comprendete?
      — No, vi comprendo. Voi portate sempre il mio nome: questo nome voi potete associarlo ad un delitto, e con ciò render solidario me delle opere vostre, facendo ricadere il disonore delle, vostre colpe su me.... su mio Aglio — non è cosi? Orbene, signora, disingannatevi: quando un rettile si trova casualmente, involontariamente nella via che percorro, io ne distolgo con ribrezzo gli occhi e passo oltre; se però questo rettile, nella sua impotenza di nuocermi, cogliesse il destro della mia noncuranza per insozzarmi della sua bava, io vi poso sopra il piede e lo schiaccio. Tenetevene per avvertita. Oltrecciò vi avrebbe un altro mezzo, e più spedito, e più certo. Sentite. Queir uomo che aspettate, posso aspettarlo anch'io alla mia volta. Lo insulto, ci battiamo, lo uc- •


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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