I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Paolo Fabiani, comprimendo un movimento d'ira, incrociò le braccia, e riprese col suo accento freddo e tranquilla: } , ,<
— .Voi non mi conoscete,; voi diffidate, ciò è naturale. Dovrei quindi cominciare dal dirvi il mio nome, il mio «vero nome..:: Ma che importail nome? l'uomo si giudica dalle sue azioni. Per tutti quelli che io
\amo e che stimo io mi sono scelto un dolce nome, un nome di fantasia.... per voi e per altri, io mi chiamo il'conte'Castelsanto. f ^
« Voi dunque sapete il mio nome. Ciò che però non sapete, ma. che avrete potuto indovinare dalla .mia pronuncia, malgrado il mio lungo soggiorno in America, gli è che sono Italiano.... di più ancora — chesono Milanese. . t , / i * ^
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« Non appartengo all'aristocrazia del sangue; non ho titoli, nè pergamene, nè quarti, nè bazzico, mollo colla casta, dei vostri oziosi ~Sar-danapali, così giustamente flagellati dalla divina (ironia di;Parini.^ ]In compenso però sono ricco.... molto ricco,,e anche nobile, si, di quella buona e schietta nobiltà che danno le/proprie >azioni ,etnon , si eredita cogli scudi'dei babbo, e colle mariuolerie del nonno, buo* n'anima e buona memoria. 4 * , ' % ju/
« Nullameno, figliò d'ùn negoziante che andò a cercare nel nuovo mondo le ricchezze che negavagli invecchio, ritornato nel paese che lasciai fanciullo, sentii il bisogno d'un'nome, d'un titolo,"il quale cancellando da me l'impronta più leggera dell'uomo vecchio e della.mia prima condizione, agevolasse il compimento de'miei segreti/e lungamente maturati disegni. r , ' ,
« Io rappresento due parti in .questa.interessante e spettacolosa commedia che si chiama la vita. . 1 , • « Ahhse ora mi vedessero i mièL, semplici* e>schietti compagnoni del Capo d'Acona e del Carbet I Ma chi ricorda il passato? io feci giuramento a me stesso di dimenticarlo. Yi assicuro che l'ho dimenticato.
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« rDon Luigi, credete voi ai presentimenti dei moribondi? jj Il Velasquez crollò il capo., tra impazientito e sorpreso, della stranezza della domanda.-' ' t 7 , _
— Non vi credete, lo so, riprese il conte: voi siete uno spregiudi? cato, uno spirito forte," un filosofo/Non pertanto, voglio farvr toccar con mano, che coteste non sono ubbie di cervelli malati, nè fantasticaggini di romanziere. .. , -j „ r t,
— È quello che desidero, signor conte. % , , \\
— Udite dunque. Il presentimento di cui vi parlo lo ebbe la madre di Luciano allorché, momenti prima di morire, credette che un indi-
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rizzo, un nome,.una data, tracciati con mano tremante sur un bran-
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delloDdi carta, eoa sopravvi ravvolta;una ciocca/di capelli biondi,
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (461/525)
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