I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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alla Caterina chiuso in un astuccio di marocchino verde, lo fece de* porre, in un ai portafogli di Luciano, presso il di lui letto. .
Ciò fatto, scrisse un biglietto anonimo alla polizia, la quale, come ognun se Pimmagina, non si fece pregare ad accorrere sul luogo.
Il Yelasquez si arrestò; immobile fissando lo sguardo ora sul pallido volto del ferito, ora sul ceffo del commissario, il quale impassibile, proseguiva le sue investigazioni, nascondendo a stento un certo risolino di compiacenza, causato dal seducente pensiero che il suo operato non era stato infruttuoso, come quello di molti fra i suoi colleghi in quei giorni; operato che ai certo gli avrebbe guadagnata la lode dei superiori, non disgiunta da qualche gratificazione più sostanziosa.
Il Velasquez incontratosi nello .sguardo di suo figlio, non ebbe forza-di sostenerlo; abbassò gli occhi, soffocò un ruggito, adunghiandosi le carni del petto, e chiamando così in suo soccorso il dolor fisico per far tacere lo spasimo morale.
— Orrore, orrorel diceva fra sè battendo i denti; non bastavamiPessere un miserabile vigliacco, uno spione calunniatore.... ora eccomi
é
assassino.*... Assassino! e di chi? del figliuol mio, del mio sangue istesso....
Poi parevagli veder comparire d'improvviso presso i guanciali del ferito Pimmagine della di lui madre, la quale lo additasse alla vittima; parevagli sentir la sua voce gridare: Mostro! hai svergognata la madre, ora uccidi anche il figlio....
Fabiani guardava immobile quella scena. , —
Il commissario, dopo ch'ebbe rovistati tutti i mobili, cassetto per cassetto, accertato che fu che parte alcuna della camera non era sfuggita alla sua pratica ed arte consumata, rivoltosi al ferito gli disse:-
— Signorino, si alzi.... si vesta e venga con noi.... subito ... » e così dicendo accennava coi gesto a' birri i quali furono tosto allato al ferito.
Luciano, a quell'intimazione, guardò ^intorno con occhio smarrito quasi chiedendo soccorso; si alzò puntando penosamente su-d'un gomito* ma tradito dalie sue forze, ricadde gemendo sul'guanciale. Velasquez, a quel gemito, si scosse come tocco da un ferro rovente; mosse due passi innanzi verso il commissario, provossi a parlare.... ma le parole gli si arrestarono nella strozza; gli si annuvolarono gli occhi e sarebbe stramazzato, se allungate le mani brancicando, non avesse trovato Pappoggio d'una sedia, sulla quale si lasciò cadere di piombo, celandosi il volto nelle palme.
•Il commissario guardò don Luigi m isbieco ; l'alterazione di quel volto, le parole inarticolate, il passo vacillante, infine quell'improvviso sfinimento non erano sintomi indifferenti per un volpone consumato:
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (465/525)
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Caterina Luciano Pimmagina Yelasquez Velasquez Pimmagine Mostro Pappoggio Luigi Velasquez
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