I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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CAPITOLO XLV
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r ^Ora è tempo di ripigliare il filo della storia di Francesco il Le-gnajuolo, che abbiamo lasciato in carcere, come reo, accusato da tutte le apparenze, d'aver pugnalato Luciano.
Le poche righe scritte dall'Arcangeli a giustificazione del Legnaiuolo, giunte per mezzo del chirurgo nelle mani della polizia erano bastate a disserrargli le porte della prigione. • ' *
Quando il custode, entrato, nel carcere gli ebbe detto col tono brutalmente sarcastico de' suoi pari:* Va, sei libero:... il Legnajuòlo credette sognare. Ringraziò Dio collo sguardo ed usci di là con tale una febbrile precipitazione che non intese il carceriere dirgli dietro:
Va, va, questa volta te la sei cavata bene.... Ma già ci rivedremo presto.... Chi piglia alloggio qui una volia, non sa starne lontano.-
Pur troppo è vero che ben di rado chi scende per-la china del male, può arrestarsi a-metà. Una forza fatale, irresistibile.lo, attira ai basso. Invano l'infelice invoca allora il soccorso della società; ognuno lo fugge ed egli precipita nell'abisso, imprecando all'abbandono de'«suoi fratelli. ' < i 1 r . m [ &
Erano scorsi .pochi giorni da che il Legnajuolo era stato liberato dalla prigione e già egli trova vasi di contro la più spaventevole mise-
mria. Egli aveva vagato a lungo in cerca di lavoro e invanamente; da tutti era stato respinto con pretesti diversi. Un di lacerato dalla fame vagava per via con occhio torvo e con passo vacillante; l'immagine
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (469/525)
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