I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      costituiva per lui (era un istinto) il massimo dei beni che sia dato quaggiù sperare ad un mortale.
      Amico, nel senso abusivo e tollerato della parola, di tutti i ladroncelli di Milano, e di moltissimi della provincia, egli conosceva tutte le maglie, tutti i gruppi dell'immensa rete con cui i ladroncelli avvolgono le capitali.
      Dissimulatore, astuto, duro e prepotente coi timidi, strisciante e ca-rezzevole coi forti, bugiardo e falso con tutti, secreto come una tomba, destrissimo nel trafugare gli oggetti rubati, e nel mutar loro subitamente la fisonomia (ci si passi l'espressione), egli col volgere di molti anni aveva saputo accaparrarsi la stima e quindi la fiducia de' numerosi suoi clienti.
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      Collo stesso sangue freddo con cui un diplomatico abbandona uno staterello debole e alle prese con uno forte e prepotente, costui soleva (senza che mai questa manovra ambidestra fosse traveduta) abbandonare alle ugne dei birri e della polizia, quello fra i suoi clienti che libero, avesse potuto fargli ombra o porre ostacolo alle sue tenebrose speculazioni. La polizia dal canto suo chiudeva un occhio sui difetti dell' alleato, tornandogli più a conto di tenerselo amico, o almeno non ostile, perchè da lui solo, quand'era impacciata nel ricercare un colpevole od un indizio, poteva cavar lume ed esperienza.
      Le costui - prestazioni alla polizia si estendevano anche a più larghi confini, cioè alla politica. Senza aver nozione alcuna dei partiti»e quindi senza prediligerne alcuno, costui odiava i liberali, per quell'istinto che persuade i malvagi a detestare ed allontanare tutto quanto sa di moralità e di giustizia.
      Quel vedere conservata e protetta la proprietà dalle istituzioni liberali, gli dava un'idea molto meschina della bontà delle stesse', giacché, se egli ammetteva la propriètà per proprio conto, la risguardava negli altri pressoché come una enormità. Ma quello che gli faceva considerare con disprezzo ed« orrore la legislazione liberale si era la persecuzione implacabile di questa contro chi non ha voglia di lavorare. Non ci voleva altro per determinarlo, quando non bastasse il suo animo perverso, ad entrare nelle file de' reazionarii, o con termine meno di-gnitoso ma più evidente,.nella porta della polizia.
      Incoraggiato, accarezzato, premiato dai superiori cjie si degnavano di trattarlo come un loro pari, costui prese amore allo spionaggio. Trovava questo mestiere comodo, utile e anche un pochino dilettevole, che è anche questo istinto de' malvagi animi, di assaporare con voluttà il male, altrui. <
      In que' tempi, addensandosi ogni dì più i nuvoloni politici, la po-


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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