I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      • lizia animava i vecchi suoi agenti a lavorare con zelo, e li proponeva per esempio ai nuovi. 11 nostro uomo era giunto a passare per un personaggio d'importanza presso i signori di Santa Margherita e nei diversi circondarj, e i due e cinquanta, quando gironzavano colle orecchie aperte nei dintorni di Porta Comasina, non mancavano mai quando passavano dinanzi alla costui botteguccia, di lanciarvi dentro uno sguardo di deferenza.
      è
      Ma alle occhiate d'intelligenza, se volete, di deferenza dei due e cinquanta, il nostro Volpone (veniva così chiamato) non si degnava rispondere. Altri occhi avrebbero potuto afferrar di volo quella tacita corrispondenza e allora la tenebrosa diplomazia di costui, incorreva rischio di sentirne smacco. Un solo sospetto, un indizio, ed egli era spacciato; lutto il suo edifìcio di benessere sociale, eretto da lui con pazienza infinita, con una prudenza consumata, avrebbe crollato d'un tratto.
      Ora che conoscete questo bel mobile, riprendiamo il filo deb racconto , cioè ritorniamo al Legnajuolo che abbiamo lasciato avviantesi verso Porta Comasina. Giunto nelle vicinanze della Foppa ove quel corso si divide in due, il Legnajuolo voltò a destra, e scese i tre gradini che conducevano nella bottega o meglio nella tana di Volpone, la quale era più bassa della strada.
      Volpone, che se ne stava seduto in mezzo ad un caos di roba, sol-
      Vlevò verso il nuovo sopraggiunto i suoi occhietti, ch'egli portava soli- • tamente coperti da un pajo di occhiali coi vetri azzurri e, sopra questi, la lunga visiera del berretto.
      — Non mi conoscete? chiese il Legnajuolo fermandosi dinanzi a lui e sorridendogli in modo che voleva dire: mi conoscete, senza l'interrogativo.
      — No, rispose secco il Volpone che invece l'aveva subito ravvisato. Eraquesta una delle sue solite arti per acquistare tempo, richiamarsi alla memoria gli antecedenti di coloro coi quali aveva raramente a-che fare, e per pigliare quindi le opportune misure di circospezioné e di difesa. Volpone in questi apparecchi aveva un sangue freddo mirabile.
      '— Diavolo! continuò il Legnajuolo; avete la memoria ben corta.... Ci siamo trovati insieme non è molto tempo....
      — Ah! davvero! sarà benissimo, ma che volete? gli anni diminuiscono la memoria, il mio caro ! Così dicendo, trasse di tasca una sor-dida tabacchiera di bosso e apertala, la porse al Legnajuolo, fissandolo ben bene in viso (quasi avesse voluto leggergli tin quello, come in un stampato, quanto aveva nell'animo), mentre il Legnajuolo curvavasi verso di lui per pigliar il tabacco.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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