Storia di Milano di Pietro Verri
capo Pulivio nsemirutarum urbium cadavera. Queste erano al tempo di Cicerone splendidissime colonie del popolo romano, ridotte nel quarto secolo, dopo le guerre di Magno Massimo e di Costantino, prive d' abitatori, e in conseguenza poi nel secolo decimo immerse nelle acque, siccome leggesi nella vita di S. Gemini ano (2). Mutinensis urbis solum nimia aquarum insolentia enormiter occupatum, rivis circumjluentibus, et stagnis ex paludibus exerescentibus, incolis quoque aufugientibus no-scitur esse desertum. Unde usque hodie multimoda lapidum monstratur congeries, saxa quoque ingenti a praecelsis quondam aedifieiis aptissima, aquarum crebra, ut diximus, inundatione sub-mersa. Se dunque è vero che la costruzione fisica della Lombardia la conduca allo stato di una palude, da cui per opera degli uomini venga ridotta allo stato di coltura e di abitazione ; se è vero che dovunque cessi 1' attenzione degli uomini per la difesa , ivi le acque ripigliano il loro sito coprendo la terra ; sarà anche assai verisimile il dire che ne' tempi antichissimi questa pianura fosse un vasto lago, o un aggregato di paludi ; che i Galli collocatisi sulle colline gradatamente, abbiano cercato di aprire lo scolo alle acque stagnanti , e così riporsi ad abitare sopra di una terra più feconda. Questa opinione corrisponde air antica tradizione, che il luogo eminente di Castel Seprio, distrutto poi l'anno 1287, come vedremo , fosse una delle prime sedi degl' Insubri ; questo pure corrisponde a quanto scrissero Ero-diano, Vitruvio e Strabone(2), descrivendoci il piano della Insubria tutto coperto di paludi ; e a questa
(1) Rer. Italie. Script, tomo II, pag. 691. (2) Vit. lib. I, cap. 4. — Strali, lib. V.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (19/609)
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