Storia di Milano di Pietro Verri
3tCAPO SECONDO
Della rovina di Milano sotto i barbari nel quinto c sesto secolo; e dello stato della città ne' se-coli successivi, sino al di lei risorgimento.
Attila re degli Unni aveva soggiogate già alcune provincie dell'Impero. Alla testa d'una numerosa armala di popoli rozzi e feroci tutto vedeva piegarsi a lui. Un uomo solo rimaneva alla difesa dell'Impero, e questi era Ezio. Egli dunque spedito incontro ai nemici sconfisse i barbari, ed ob-bligolli a rintanarsi fra i loro boschi nativi} ma la gloria di questo Generale mossegli contro l'invidia de' cortigiani. Un accorto principe se ne sarebbe avveduto, ed avrebbe difeso se medesimo col proteggere il difensor dell'Impero; ma Valen-tiniano III non era nò accorto, ne degno del trono augusto. Egli fu atroce e imbecille a segno, che di sua mano a colpi di pugnale uccise Ezio; e dopo ciò Attila invase l'Italia. Non v'era più uomo capace di opporsegli. Aquileja, Padova, Milano e altre città furono saccheggiate e distrutte; e questa sciagura miseranda avvenne l'anno 4^2. Noi non abbiamo autori contemporanei che ci descrivano il fatto. Abbiamo però quanto basta per comprendere che questa fu una vera distruzione ed una vera rovina della nostra città, e per conoscerlo basta leggere l'epistola che Massimo vescovo di Torino scrisse allora ai cittadini milanesi, la quale vedesi dapprincipio nell'antico codice di pergamena intitolato Homiliarum hietnalium dell1 archivio degl'Imperiali Canonici eli S. Ambrogio. Così quel santo Vescovo cercava di rincorare i nostri cittadini. Quidam imperiti nimis interpretes fuerunt
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (49/609)
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