Storia di Milano di Pietro Verri
68 STORIA DI MILANOpure, ne'quali Verona fu il suo ricovero, riacquistò quanto gli aveva occupato Rodolfo. Convien credere che l'Imperatore avesse ragioni per ris-guardare i Pavesi complici dei mali che aveva sofferti, poiché nel 924 assediò co' suoi Unni quella città, la prese e la distrusse. Frodoardo e Liut-prando descrivono questo esterminio con espressioni forse esagerate. Pretendono che quarantatrè chiese vi fossero atterrate e incenerite; che vi fossero rovinate tutte le abitazioni, e che appena dncento abitatori abbiano potuto salvare la vita. Se questo fosse, non si potrebbe spiegare come poi nello stesso anno vi soggiornasse Rodolfo; il che si raccoglie da un suo diploma del diciotto agosto 924, di cui tratta il conte Giulini (1). Sebbene poi anche a molto meno riducasi il danno della saccheggiata Pavia, egli è verisimile che un tale infortunio dovette essere favorevole alla crescente città di Milano. L'imperatore Berengario appena dopo la presa di Pavia ritornossene a Verona, città che gli era fedele, e che doveva essere ben munita di valida difesa. Ivi però una persona a lui cara, ed a cui aveva fatto l'onore di levare un figlio al 6acro fonte, tramò insidie per assassinare quel buon principe. Costui chia-mavasi»Fiamberto: venne scoperto il traditore, e l'Augusto Berengario fattolo venire a se, con umanità senza pari gli parlò della vergogna che va in seguito al tradimento; dei rimorsi che produce la ingratitudine; della felicità che accompagna la virtù, a cui la via rimane aperta anche dopo di avere infelicemente trascorso. Gli perdonò, come già aveva fatto al conte Gilberto; l'assicurò che dimenticava il, passato, e l'avrebbe beneficato in
(1) Tomo IT, pr>g. i65.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (86/609)
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Verona Rodolfo Imperatore Pavesi Unni Liut-prando Rodolfo Giulini Pavia Milano Berengario Pavia Verona Fiamberto Augusto Berengario Gilberto Tomo IT
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