Storia di Milano di Pietro Verri

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      Icapo terzo 89
      brogio (1). Oltre la universale ignoranza di que' tempi, si può avere una idea della religione dalle prescrizioni che si fecero in un concilio tenutosi in Pavia l'anno 85o, a cui presedeva l'arcivescovo di Milano. Si probisce in quel concilio ai nobili che non andavano alle chiese, ma ne'privati ora-lorj facevano celebrare i divini misteri, di non farli celebrare se non da un sacerdote : Docendi igitur saeculares viri, ut in domibus suis mysteria divina jugiter exerceri debeant, quod valde laudabile est; ab his tamen tractentur, qui ab Epi-scopis examinati fuerint, et ab ordinatoribus suis commendatitiis litteris comitati probantur cum ad peregrina forte migrare est Si quid ergo contem-ptores canonum extraordinarie et illicite ministran-tes, et divina sacramentaliter violantes inveitimi-tur, primum ab Episcopo uterque amoveatur, et vagans scilicet Clericus, vel Sacerdos, et is qui ejus usurpativo fruitur ojficio, et si noluerit se ab hac temeritate compescere excommunicetur (2). Nel medesimo concilio si prescrive ai vescovi di non cagionare tante spese girando per la cresima, di non appropriarsi i beni delle Pievi, e di non vivere con donne sospette. Questi fatti si ignorano da coloro che vorrebbero indistintamente richiamare la pietà degli antichi tempi.
      (1) Landulph. Sen. lib. I, cap. 9.
      (2) Canon. XVIII. Synod. Regiaticini ann. 85o, regnanti!), piissim. Augg. Hlotario et Hlodovico. Labbé Concilior. tomo IX, pag. 1071. Edit. Venet. 1782, Albrizzi e Coleli.


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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