Storia di Milano di Pietro Verri
104 storia di milanoeretici rispondevano di essere pronti ad ogni patimento} che amavano la virginità, e vivevano castamente sino colle »loro mogli ; non mangiavano mai carne, digiunavano, e si distribuivano le orazioni in guisa, che nessuna ora del giorno vi fosse, in cui non si offrissero a Dio le loro preghiere ; che avevano i loro beni in comune 3 credevano nel Padre, nel Figliuolo e nello Spirito Santo; tenevano che vi fosse una podestà in terra di legare e di sciogliere, e riverivano i libri del nuovo e del vecchio Testamento e i sacri Canoni. Così essi professavano la loro fede (1). Molti marchesi e vescovi e signori erano comparsi colle armi, per sottomettere quel castello di Monforte; ma inutilmente. L'arcivescovo Ariberto girando per la sua giurisdizione sulle diocesi de' vescovi suoi suffra-ganei, scortato da militi valorosissimi (2), sebbene ascoltasse da Gariardo, uno de' pretesi eretici , la professione di fede nella maniera che ho detto, credette di penetrare la malignità di quelle espressioni. Si posero loro in bocca molti sentimenti eterodossi sopra i santi misterj della Trinità e della Incarnazione ; e si volle che fra gli altri errori coloro credessero che il matrimonio fosse cosa riprovabile, e clic anche senza veruna opera di uomo sarebbero nati i fanciulli, e continuato il genere umano. Ogni lettore che preferisca la verità alla opinione, giudichi se sia mai possibile che un ceto di uomini adotti e professi una tal dottrina.. Certo è però che gli abitatori del castello di Monforte vennero in buon numero presi dai militi dell'Arcivescovo, e tradotti a Milano insieme colla contessa di Monforte signora
(1) Landulph. Sen. lib. Ili, cap. 27.
(0) Il conle Giulini, tomo III, pag. 219.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824
pagine 585 |
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Pagina (122/609)
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