Storia di Milano di Pietro Verri
capo quarto jijgeva per subito rinvenirlo; che vicino al carroccio si portassero i feriti, sicuri di trovare ivi ogni soccorso, lontani da ogni pericolo; che dal carroccio si diramassero gli ordini per mezzo di segnali con somma rapidità 3 che ivi si custodisse quello eh'era vi di prezioso, e che gli occhi de1 combattenti di tempo in tempo rivolti a quel vessillo conoscessero quali azioni ad essi comandava il generale, e quale fosse il Iiw^go più importante di ogni altro da custodirsi. Nella maniera di guerreggiare dei tempi nostri riuscirebbe inutile una tal macchina, ben presto rovesciata dalf artiglieria , che ridurrebbe quel contorno più d^ogn'altro pericoloso 3 il fumo impedirebbe spesse volte che quello stendardo fosse visibile : ma prima dell'invenzione della polvere, il carroccio inventato da Ariberto certamente fu con accortezza immaginato ] e perciò anco le altre città della Lombardia, quando coll'esempio de' Milanesi acquistarono Fin-dipendenza e si ressero col loro municipale governo , adottarono ciascheduna il proprio gran vessillo ossia carroccio. Cosi facilmente intendiamo come la perdita del carroccio fosse un avvenimento che funestasse una città 3 non già per una idea di palladio, o per una vana opinione d'onore soltanto, ma perchè la perdita del carroccio era prova di una totale sconfitta , al segno di non avere potuto preservare quello spazio che sommamente era cura di ciascuno il difendere.
La riconciliazione fra i nobili e i plebei era stata momentanea, e durava tuttora, come dappoi continuò, lo spirito di partito. Acciocché il governo degli ottimati sia fermo, conviene che la costituzione ponga una distanza grande fra il ceto dei pochi, presso i quali sta il coniando, e il vastoVerri. Slor. Mil, T. I. 8
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (131/609)
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