Storia di Milano di Pietro Verri
capo quarto . 121
Avevamo la sede vescovile marmorea nel coro, sulla quale ponendosi a sedere le donne incinte credevano di non poter più correre alcun rischio nel parto. In terzo luogo si credeva che quel serpente di bronzo collocato sulla colonna dal buon arcivescovo Arnolfo, qual prezioso dono de' Greci, avesse la virtù di guarire i bambini dai vermi. Si credeva molto alle streghe, e si opinava ch'esse nulla potessero operare nelle case avanti le quali passavano le processioni delle Rogazioni, le quali sono assai antiche presso di noi. Quando le campagne avevano bisogno della pioggia, si poneva una gran caldaja a fuoco in sito aperto, e vi si facevano bollire legumi, carni salate ed nitri commestibili; poi si mangiava, e spruzzavansi d'acqua i circostanti. Nella vigilia del santo Natale si faceva ardere un ceppo ornato di frondi -e di mela, spargendovi sopra tre volte vino e ginepro; e intorno vi stava tutta la famiglia in festa. Questa usanza durava ancora nel secolo decimoquinto, e la celebrò Galeazzo Maria Sforza. Il giorno del santo Natale i padri di famiglia distribuivano sin d'allora i denari, acciò tutti potessero divertirsi giuocando. Si usavano in que* giorni de' pani grandi, e si ponevano sulla mensa ceci, anitre e carni di majale; come anche oggidì il popolo costuma di fare. V' è nell' archivio del Monastero di Sant'Ambrogio una donazione, fatta nel ioi3 da Adamo negoziante milanese all'Abate del monastero; egli dona una casa, acciocché col fitto di essa i monaci comprino de' pesci, ed allegramente se li mangino nel giorno anniversario della morte di Falcherodo monaco e di Giovanni prete; e ciò per sollievo dell'anima de' trapassati. Sono anche curiose le parole : Emant pisces ad refectioncm et hilaritatem annualem in die
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (139/609)
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