Storia di Milano di Pietro Verri
128 STORIA DI MILANOmagister Apostolus est, qui cum patientia redar-guendos doceat contradicentes , qui unius uxoris virum praecipiat esse> non quo exortem exclu-dat conjugii (nam hoc supra legem praecepti est)^ sed ut conjugali castimonia servet ablutio-nis suae gratiam : neque iterimi ut fdios in Sa-cerdotio creare Apostolica invitetur auctoritate > habentem enim dixit fdios non facientem 9 neque conjugium iterare (i). Il testo odierno è precisa-niente contrario a quello che allora si allegava in pubblico, senza che alcuno accusasse chi lo citava di mala fedej e gli scritti di Sant'Ambrogio dovevano essere noti al clero Ambrosiano, che faceva professione di conservare i particolari «istituti di quel santo Vescovo. In seguito a ciò leg-gesi anche presentemente il passo in questi termini: Ideo Apostolus legem posuit dicens: Si quis sine crimine est unius uxoris vir tenetur ad legem Sacerdotii suscipiendi; qui autem ite-raverit conjugium, culpam quiderìi non habet coinquinati, sed praerogativa exuitur Sacerdo-tis (2). Cresce anche al di più la difficoltà sul * testo del santo Dottore, osservando come poco dopo a tal proposito presentemente leggesi: Pa-tres in concilio Nicaeno tractatus addidisse neque clericum quemdam debere esse qui secunda conjlìgia sortitus sit; il che non si sa come spiegarlo, poiché ne' venti canoni del concilio Niceno nessuna menzione si fa de' cherici bigami; nè è presumibile che il santo dottore Ambrogio ignorasse gli atti di quel primo concilio generale della Chiesa, che si era celebrato appena settantun anni
(1) Sancii Ambrosi! Mediolauensis Episcopi opera ed. Maurici. Paris. 1686^ tomo II ^ column. 1036^ F. (2) Dello , tomo li, column. B.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (146/609)
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