Storia di Milano di Pietro Verri
1 38 STOMA DI MILANOgiorno solenne radunò sulla piazza un buon numero di popolo, e alla testa della moltitudine entrato nella chiesa, mentre i sacerdoti celebravano i divini uffici, violentemente scacciolli tutti dal coro, e perseguitoli in tutt'i canti e ripostigli: poscia dispose un editto in cui si comandava il celibato, e costrinse gli ecclesiastici a sottoscriversi. Frattanto si saccheggiarono le case degli ecclesiastici, ed alcune si diroccarono. Arnolfo così lo racconta : Die una solemni ad Ecclesiam ve-niens (parla di Arialdo) cum turbis a foroy psaU lentes omnes violenter projecit a cJioro, insequens per angulos et diverso ria ; deinde providet callide scribi Pjtacium de castitate servanda neglecto canone, mundanis ex tortimi a legibus in quo omnes Sacri Ordines Ambrosianae Dioecesis inviti subscribunt angariante ipso cum laicis. Interim praedones civitatis praeter aedes aliquas in urbe dirutas y lustrabant parochiam domos cleri-- co rum scrutantes y eorumque diripientes substan-tiam ; al qual passo di Arnolfo il conte Giulini così riflette: Era per altro ben giusta cosa che quegli ecclesiastici viziosi ed ostinati, i quali non volevano cangiar vita, venissero castigati anche col braccio secolare. Egli e ben vero che i rimedi violenti non vanno per Vordinario disgiunti da qualche disordine; ma pure talora sono necessari (i); il che suppone che quegli ecclesiastici fossero viziosi, e legalmente provati tali; che il loro vizio fosse della classe di quelli che sono sottoposti al braccio secolare 5 che Arialdo fosse rivestito della pubblica autorità che legittimamente lo costituisse vindice della disciplina) e finalmente che il modo per esercitare questa magistratura
(1) Il ceni e Giuìini, tomo IV, pag. iS.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (156/609)
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