Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO QUINTO l4lmeno più si volle permetter dal Papa che i monaci di Monte Cassino usassero del canto Ambrosiano 5 che è il più antico della Chiesa Latina3 e venne ordinato che introducessero 1111 nuovo canto (i)- I due legati partirono; lasciando la città immersa più che mai nella discordia. Arialdo era ritornato. Vaij rimproveri gii furono detti pubblicamente. Un sacerdote così lo apostrofò: Num-quid tu solus per execrabilem pataliam, et quam-plurima sacramenta prava et dctcstabilia, populi //ammani y quae impetu ut mare versatur, super iios accendis? (2) Da altro ecclesiastico distinto era stato così ripreso: Dum hujus inauditae pa-taliae placitum cogitasti commovere, qualiscum-que intentioiiis esses, ab aliquo religioso viro prius multis cum jejuniis debuisses consiliari (3). La voce patalia era quella colla quale si qualificava una dottrina nuova e discordante dalla opinione ortodossa, e coloro che sostenevano opinioni riprovabili chiamavansi Pa tali ni, Patariniy o Catari, come oggidì chiamansi Novatori. Così i due partiti^ protestando ciascuno di sostenere l'ortodossia, vicendevolmente accusavano gli avversarj di prevaricare, e si ingiuriavano a vicenda co7 nomi di Nicolai ti e di Palarmi. Le risse ; i saccheggi ; i tumulti sempre continuavano, anzi andavano frattanto crescendo. Il partito d'Arialdo, rinvigorito dalla sentenza de legati, s'ingrossò col numero de' plebei animati ad umiliare i nobili; e l'accanimento giunse a segno, che molti nobili non avendo più forza per sostenere i sacerdoti, dovettero allontanarsi dalla citta, e ritrovarsi un asilo tranquillo nelle terre: Ast nobiles urbis,
(1) Leo Osliens. Itb. II. («2) Landulph. Sen. lib. III ^ rap. » et sequen. (5) Idem, lil . III^ cap. i.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (159/609)
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Papa Monte Cassino Ambrosiano Chiesa Latina Num-quid Dum Patariniy Catari Novatori Nicolai Palarmi Arialdo Ast Leo Osliens Landulph Arialdo
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