Storia di Milano di Pietro Verri
l46 STORIA DI MILANOcontinuando l'apostrofe ai Milanesi; ed il conte Giulini a questo passo dice: anche qui Arnolfo doveva parlare con maggior moderazione, perche non era cosa insolita affatto che il sommo Pori-tefice invitasse l'Arcivescovo di Milano ai con-cilj (i). Il dotto conte Giulini per altro, che non tralascia di esporre le più minute circostanze nei fatti che esamina, e che con molto ordine e chiarezza è solito di porre in vista le ragioni delle opinioni che avanza, non ha allegato alcun fatto che provi come fosse stata in prima soggetta alla giurisdizione Romana la Chiesa Milanese; nè ha nominato alcun arcivescovo che siasi portato a Roma per un concilio. Anzi non solamente non ne ha dato cenno in quel luogo, il che pure sarebbe stato opportuno per ismentire uno storico di quel secolo; ma nemmeno nei tre secoli precedenti, dei quali con tanta esattezza egli ha posto in ordine le notizie, non vi si legge alcun fatto che dia valore ai rimproveri ch'egli fa ad Arnolfo. In quest' ultimo caso non si tratta di un invito trascurato dall'Arcivescovo, ma di una chiamata, alla quale dovette obbedire portandosi a Roma, ove fu obbligato a giurare sommissione ed obbedienza al Papa; avvenimento sul quale poi lo stesso conte Giulini ha ragionato così : non può negarsi che allora il sommo Pontefice non ottenesse molti punti importantissimi, con cui venne a dilatare non poco V uso della sua giurisdizione sopra dell'Arcivescovo di Milano. Il primo fu che il nostro Prelato chiamato a Roma ad un sinodo, prontamente vi si portasse; il secondo eli egli promettesse solennemente ubbidienza al Papa, cosa che prima di Guidone
(1) li conte Giulini, tomo IV, pag. 45.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (164/609)
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