Storia di Milano di Pietro Verri
l5o STORIA DI MILANOdella Chiesa Ambrosiana*, e predicando dopo la festa dell'Ascensione ne' giorni ne' quali secondo T antichissimo nostro rito si fanno le processioni e il digiuno che chiamiamo le Litanie e le Roga-zioni : Inanem esse ritum dictitat, nulla Christi vel discìpulorum institutione traditum; ab antiquis tantum idolorum cultoribus usurpatimi, qui vere ambire agros in honorem Bacei, Cererisque so-lebant: così il nostro Tristano Calchi ci riferisce aver sostenuto Arialdo (i) che quel digiuno e quelle pie processioni non fossero cristiane, ma un avanzo del gentilesimo. Predicò adunque biasimando quella penitenza, e invitando il popolo a pascersi bene e rallegrarsi nel tempo pasquale. Non è punto da maravigliarsi se a tale invito il popolo lo abbandonasse, anzi si rivoltasse contro di lui.. La morale severa predicata concilia partito perchè si crede santa, e perchè ognuno ama che generalmente gli uomini la pratichino ; chi predica il contrario perde la stima, e viene risguardato come un seduttore pericoloso. Declamando in favore del celibato, ebbe fautori; declamando contro il digiuno, rimase in preda al furore del popolo, dal quale fu ridotto a mal partito, e tale, che non si sarebbe salvato se non fosse opportunamente accorso Erlembaldo. La chiesa nella quale predicava Arialdo è la Canonica che sta fuori del ponte di Porla Nuova. Ivi corse il popolo con furore. Mal per lui, dice il conte Giulini, se si fosse trovato colà, che il furor del popolo non gli avrebbe lasciata la vita; e male per que santi edifizj se non accorreva prontamente Sant'Erlembaldo con gli altri fedeli armati, i quali posero in fuga gli ammutinati, e fecero rendere
(i) Tristan. Calci), flisl. Palr. lib. VI, pag. i53.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (168/609)
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