Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO SESTO innl'antica obbedienza; trovò degli ostacoli, poiché erano già avvezze a reggersi da se. Novara fra le altre non fu docile, e il re Enrico la incendiò; così fece a varie altre castella e terre. L'infelice Enrico suo padre non adoperò il fuoco per sottomettere i popoli. Questa feroce maniera di guerreggiare mosse le altre città a cercare di guadagnarselo con denaro, con vasi d'oro e d'argento; ma la popolata e nobile città di Milano non gli fece regalo alcuno, nè in verun conto gli badò, come ci attesta il monaco Donizone, che in que' tempi scriveva le gesta della contessa Matilde con versi assai meschini :
Aurea vasa sibi nec non argentea misilPlurima cum mullis Urbs omnìs denique /lurnmis :
Nobilis Urbs sola ISlediolanum populosaNon scrvivit einummum, ncque conlulit aeris (i).
Pareva che allora Milano ergesse già la testa sopra delle altre città del regno italico. Prestarono però i Milanesi assistenza ad Enrico piuttosto come alleati ; che come sudditi ; e questa fu di molti armati che lo accompagnarono a Roma per ricevervi la corona imperiale. E noto che Pasquale II papa pretese, prima d'incoronarlo, che ri-nunziasse al diritto di dare Vinvestitura ai vescovi, Ricusò Enrico di rinunziarvi, e pretese, non meno di quello che aveva fatto suo padre, di conservare questa ragione posseduta dai precedenti Àu-gusti. Insisteva il Papa ; nacque in Roma una zuffa: i Lombardi uniti co' Tedeschi frenarono l'impeto dei Pontificj a segno, che Enrico fece suo prigioniero il Papa, lo condusse fuori di Roma, nè gli accordò la libertà, se non quaudo gli promise con solenne scrittura di lasciargli le iu-
(i). Rerum liaiicar. Script, tomo V, pag. 078.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824
pagine 585 |
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Pagina (197/609)
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