Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO SESTO l83
Questo errore lo vedremo poi punito da Federico, e la punizione fu meritata. Lo stato della prosperità è il più funesto di tutti per una città che diventi libera dopo di aver sofferta la servitù. Nella loro infanzia le repubbliche hanno bisogno d'essere circondate da1 pericoli per obbligare i cittadini ad accostarsi fra loro, e prendere cura incessante degl' interessi comuni. Se questi manchino, non vi è più quel principio che può solo formare un sistema capace di reggere alla prosperità y vi vuole un nemico e un comune pericolo per acquistare un interesse e un sentimento comune, e così animarsi la repubblica.
La Germania era divisa in fazioni , « l'Imperatore aveva i suoi nemici, i quali vedevano volentieri che gl'Italiani non gli obbedissero. Fra questi eravi Parcivescovo di Colonia Federico, il onale scrisse alla Repubblica di Milano una lettera clic comincia così: Consulibas « Capitaneis, omni militi a e, universoque Mediolancnsi pcpulo — Ci-vitas Dei inclita, conserva libertatcm, ut pariter retineas nominis tui dignitatein, quia qannidili potestativi s Ecclesiae inimicis resistere niteris, verac libertatis auctore Christo Domino adjutore per-frueris (i); e in questa lettera ci avvisa come i principi della Lorena e della Sassonia , della Tu-ringia c di tutta la Gallia (membri dell'Impero, come lo erano i Milanesi) si erario al paro di noi determinati di voler vivere liberi ; e che tutti erano pronti a coìlcgarsi con noi ad assisterci ) su di che aspettava il riscontro. Non ci rimane poi notizia alcuna se questa opportunissima offerta sia stala accettata; anzi dai fatti accaduti dappoi si
(i) Marlene, Collccl. Ycicr. Scriptor. et monumcnt. tomo I, pog. 640.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (201/609)
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