Storia di Milano di Pietro Verri

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      sta Iti la sola. I Cremasela, usando dei dntio di rappresaglia, uccisero sulle mura in faccia de' nemici alcuni prigionieri cremonesi e lodigiani: e l'Imperatore fece tosto impiccare in faccia della citta due prigionieri cremaschi* e questi piantarono sulle mura le forche, e vi appesero due altri prigionieri» Finalmente l'Imperatore fece condurre sotto le mura tutti i Milanesi e Cremasclii che aveva in suo potere, e dispose perchè tutti fossero impiccati. Se non che alla preghiera de' vescovi si arrese, e si accontentò che ne fossero impiccati non più di quaranta. Il fatto ce lo rac* conta il Morena, ed io lo riferirò come lo espone Radevico continuatore di Ottone Frisingese. Egli comincia a incolpare i Cremasela assediati perchè, si difendessero con valore e facessero delle uscite coraggiosamente: In cruptionibiis suis aut machinis Jlammas iniìre, aut turres destruere, aut lethali vulnere aliquos de nostvis sauciare moliti sunt, nullumque specimen audaciae aut ostenta-tionis fiat, quod illi futurorum ignari praetermit-terent, et dum jam inclinata putaretur eorum superbia , de patratis facinoribus tumidi glori ab an-tur (i). L'Imperatore perciò, continua lo stesso autore a narrarci: Jubet ergo de captivis eorum vindictam accipere, eosque prò muris jussit appendi. Non credo che Cesare quando assediava le citta delle Gallie e della Germania , lasciasse ne1 suoi fasti esempi tali: Contumax autem populus nimis de pari volens contendere, etiam ipse quos-dam de nostris in vinculis positos eodeni modo traxit ad supplicium; e prosiegue a narrarci come allora Federico: Obsides eorum numero quadra-ginta adduci jubet ut suspendantur ; e non con-
      (i) Radevic. lib. II, cap. 45.

Storia di Milano Tomo Primo di Pietro Verri Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824 pagine 585

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