Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO SETTIMO UJlun pranzo colla Imperatrice pure incoronata, ed i vescovi colla mitra sul capo, ornamento clic allora si rese universale ai vescovi.
Sebbene io creda verisimile l'asserzione del Morena, il quale narra che appena la cinquantesima parte di Milano rimase intatta, non credo io già per ciò che le quarantanove cinquantesime parti della citta siano statp distrutte in modo che veramente fossero le case dai fondamenti demolite. Una demolizione ridotta a quei segno costerebbe un lavoro grandissimo; e chiunque abbia spe-rienza di fabbricare, comprende quanto dispendio e quanto tempo vi voglia per appianare una casa di buone e antiche mura. £ verisimile che io sfogo della vendetta de' nemici desse il guasto alle abitazioni a tal segno di renderle inservibili; ma probabilmente le muraglie o in tutto o in parte restarono, se non altro nella parte più vicina al suolo; poiché i mattoni, la calce, i travi cadendo le dovevano seppellire sotto il mucchio di que' rottami. E ciò sembrami assai naturale osservando la capricciosa tortuosità e l'angustia di molte delle nostre vie singolarmente al centro della città; poiché se non si fossero riattate le case sopra i fondamenti antichi, vedremmo della sime-tria, come si vede in ogni città fabbricata tutt' in un tempo. Quel disordine che ci rimane al centro di Milano a me pare, che provi la opinione da me esposta sin dapprincipio, cioè che Milano non abbia fondatore alcuno, ma * dallo slato di semplice villaggio gradatamente crescendo sia diventato una città. Le prime case che piantano gli nomini in mezzo ai campi sono collocate con nessuna legge, ma puramente a libero comodo del padrone; a queste si aggiungono altre abitazioni sul pezzo di terra che ciascuno acquista, e si forma un vii-
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (249/609)
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Imperatrice Morena Milano Milano Milano
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