Storia di Milano di Pietro Verri
232 STORIA di MILANOlaggio colla sola distanza fra casa e casa, che ne lasci l'uscita e l'ingresso. Cresciuto che sia poi il numero degli abitatori, si comincia a conoscere la necessità d'un regolamento; e si obbligano i nuovi che vengono, ad osservare nelle nuove case che v'innalzano, certa distanza e certo ordine, e come i nuovi sono costretti a sempre più allontanarsi dal centro, quanto più tardi si determinano a scegliervi la dimora; perciò sempre più regolari e spaziose sono le vie lontane dal mezzo della città; perchè le case del centro sono state aggiunte ad un villaggio» e quelle più lontane ad una città che aveva un regolamento di edili. Io perciò opino che la maggior parte delle vie interne di Milano siano antichissime, e le case ristorale sempre sopra i primi fondamenti; poiché dopo cinque anni ciascuno sarà ritornato esattamente a possedere lo spazio della sua casa, e l'avrà riattata sopra gli antichi fondamenti.
Come fossero trattati i Milanesi confinati ne' quattro borghi, a quanti vilipendj ed a quante miserie andassero esposti, è facile immaginarselo, e gli autori ce lo descrivono. Se è possibile un governo civile che abbia per oggetto la infelicità del popolo, lo fu quello; e negli annali nostri ancora si ricordano i nomi di Pietro da Cunin, di Marquardo di Wenibac, e del conte di Grumbac, i quali poterono distinguersi nella rapacità, durezza ed oppressione, sotto cui fecero gemere i nostri antenati (i). Il terrore di questo trattamento costrinse Piacenza, Brescia e Bologna a sottomettersi a Federico: Ne sicut Mediolanum, quod fuerat jlos Italiae) si rebelles Imperatori existe-rentjfunditus subverterentur, dice il Morena. Tutte
(i) Il conte Giulini, Ionio VI, pag. 507, 509, 5a8.
| |
Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
|
Pagina (250/609)
|
Milano Milanesi Pietro Cunin Marquardo Wenibac Grumbac Piacenza Brescia Bologna Federico Mediolanum Italiae Imperatori Morena Giulini Ionio VI
|