Storia di Milano di Pietro Verri
V46 STORIA DI MILANOso vogliasi perseverare, e irremediabile talvolta se alla diminuzione si creda di supplirvi con nuovi accrescimenti. Ne7 tempi de' quali ragiono non erano la geometria e la cognizione del cielo giunte a segno da potersi formare una carta esatta d'un paese 3 conseguentemente non si poteva ripartire sulle terre il fondo principale del tributo. Egli è vero che nel Milanese il fondo principale della riproduzione è la terra ferace, sulla quale siamo nati-ma senza un'esatta misura de'campi non si poteva collocare su di quella il tributo. A questa difficoltà si aggiugneva un7 altra di opinione, che credeva ingiusta cosa lo stabilire un carico uniforme e permanente sopra una ricchezza che è variabile colla diversità delle annate. Perciò anticamente piuLtosto si volle ogni anno esporsi alla spesa e all' arbitrio d'un generale catastro de' frutti raccolti, anzi che mancare all' apparente giustizia distributiva. L'erudito circospettissimo nostro conte Giulini asserisce di non avere osservato mai alcun carico anticamente imposto su i fondi, ma bensì ai frutti ovvero alle persone (i), Forse l'antichissimo carico dell'imbottato, abolito dalla beneficentissima Sovrana l'anno 1780, era una tradizione discesa sino da que' secoli rimoti. Pagavansi antichissimamente da alcune terre delle tasse al sovrano. La terra di Limonta prima del secolo decimo pagava lire tre e mezza in denaro, dodici staja eli grano ; trenta libbre di cacio, trenta paja di polli, trecento uova e cento libre di ferro (2), e con ciò aveva pagato il suo annuo tributo. Alcune tasse personali si imponevano all'occasione de'bisogni dello Stato) e questa ne'
(l) Giulini, ionio V, pag. i io.
(7) Dello, Ionio II, pag. 111».
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (264/609)
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Milanese Ltosto Giulini Sovrana Limonta Stato Giulini Ionio II
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