Storia di Milano di Pietro Verri
340 STORIA DI MILANOogni pretensione di Guido, scese da cavallo, e umiliatosi al Iie, baeiogli il piede, siccome allora era il costume. Il saggio Enrico allora lo accolse con bontà, e con paterno amichevole tuono gli disse: Sia d'ora innanzi fedele e pacifico; questo è il solo buon partito che ti resta da prendere.
Resosi per tal modo padrone di Milano Enrico di Lucemburgo, andò ad alloggiare nel palazzo ove sta oggidì la R. Corte, il quale era signorilmente fabbricato per l'uso di que' tempi. Questa entrata del Re in Milano accadde il giorno 23 dicembre i3io. La prima cosa che ordinò Enrico, fu: che fra le due famiglie Visconti e della Torre vi fosse una perpetua pace- che le cose passate nemmeno più si potessero nominare; che da quel punto ogni fazione s'intendesse proscritta ed abolita per sempre; che i fuorusciti liberamente ritornassero tutti nel seno della loro patria, e fossero repristinati nel godimento de' loro beni. Ciascuno dovette giurare di osservare questa logge, in cui venne imposta la pena contro i contravventori di mille libbre d'oro: per fare il qual peso vi vogliono cento mila zecchini, somma che in que' tempi singolarmente doveva essere difficile il far pagare. Io quasi dubiterei di errore, se la carta non dicesse chiaramente mille librarum altri puri poeuci, e non l'avesse pubblicata il nostro esimio Muratori (i). Il re Enrico fece dappoi radunare il popolo sulla piazza di Sant'Ambrogio. Ivi si collocò sopra di un eminente e magnifico trono, a' piedi del quale fece sedere i signori Visconti e della Torre; e in questa circostanza, d'ordine del Re, un oratore prese a parlare al popolo • dichiarando che il nuovo Augusto non era venuto iu
(r) Med. Aev. lom. IV, col. 63B.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (358/609)
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