Storia di Milano di Pietro Verri
o60 STORIA DI MILANOpadre, I due eserciti non si offesero; anzi i Francesi dopo due giorni piegarono le tende, e ripassate le Alpi tornarono alla loro patria, lasciando la Lombardia come prima. Si credette da alcuni che le due botti fossero ripiene di monete, e che Matteo con quelle armi si fosse difeso. Per quanto miti fossero i ripieghi di Matteo , il Papa non voleva in conto alcuno nè tregua Jiè pace; anzi da lui si voleva annientato nell'Italia il potere nascente de7 Visconti. Il Papa spedì un breve in cui diceva: che quantunque Matteo Visconti avesse deposto il tìtolo di Vicario imperiale, nondimeno aveva osato chiamarsi Signore di Milano; e in pena di questo disprezzo della Santa Sede lo scomunicò. Ordinò che la scomunica si pubblicasse in tutte le chiese, e citò nuovamente Matteo a comparire in Avignone a dire le. sue discolpe (i). Il cardinale legato Bertrando del Poggetto da Asti, ove si era domiciliato, spedì a Milano certo Ri-cano di Pietro suo cappellano, incaricato di consegnare il breve. Ma appena era il cappellano disceso nell'albergo, si vide attorniato da un grosso numero di sgherri, i quali l'obbligarono a rimontare tosto a cavallo e partirsene: di che se ne lagnò il Cardinal legato in una sua enciclica ; individuando che nemmeno si era voluto permettere che facesse abbeverare i cavalli; e il cappellano e i suoi seguaci dovettero lasciare a mezzo il loro pranzo, facendogli persino difficoltà dalla gran fretta di ripigliare il cappello che aveva deposto, e scortandoli direttamente fuori dello Stato senza permetter loro di parlare con alcuno (2). Se il Cardinal legato trovava biasimevole Matteo perche
(1) Ramale!, num. XLn ad annum i520.
(•2) Delie^ num. X, ad annum iS^o.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (378/609)
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