Storia di Milano di Pietro Verri
364 STORIA DI MILANOIn quale misero stato si ritrovasse dopo tutto ciò Mntteo Visconti, è facile l'immaginarselo. Molti de'nobili, per la naturale invidia d'una nascente potenza, aderivano al Legato. Altri tremavano, per obbedire ad un eretico scomunicato; e il popolo lutto era inorridito per l'anatema e l'interdetto pronunziati sopra della citta. Il Corio riferisce quell'epoca, ed io mi servirò delle parole di lui. I nobili adunque di continuo interponevano littere al Legato, et in altro non havevano il pensiere se non excogitare in quale modo Matteo con li figliuoli potessino rimovere dal governo dil Milanese Imperio. Mattheo da questa hora avante più non si volse intromettere de veruna cosa concernente al Stalo suo, ma in tutto ne le mano de Galeazo re-nunliò il dominio, grandemente condolendosi de la lite quale contra la Chiesia conosceva multiplicarey et anche perche non altramente da li citadini Milanesi se haveva a guardare come da publici e capitali inimici, inde tutto il pensiere suo puose con dcvolione a visitare li templi, et ultimamente un giorno avante a lo altare de la chiesia maggiore havendo facto convocare il clero, e pervenuti alla presenzia de quello con alta voce cominciò a dire: Credo in Deum Patrem, e disse tutto lo Symbolo, lo quale fornito levando il capo cridava che questa era la sua fede, la quale aveva tenuto tutto il tempo della vita sua, e che qualunque altra cosa gli era imposto con falsitate lo accusavano, e de ciò ne fece conficere uno pu-blico instrumento (i). Il Rainaldi confessa che in que1 processi vi è stata della parzialità : Certe fidei Censores studio partium nimium commotos in per-cellendis sententia haereseos Gibellinis aliquibus
(i) All'anno i322.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824
pagine 585 |
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Pagina (382/609)
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