Storia di Milano di Pietro Verri
366 STORIA DI MILANOMatteo era piacevole: due begli occhi cerulei vivaci, carnagione bianca, tratti del volto fini e gentili. Egli non si mostrò crudele giammai. Ebbe il raro talento di sopportare in pace la fortuna contraria, e il talento più raro ancora di non ubbria-carsi co' favori di lei. Nessuna prova egli diede mai di valor militare, e tutti i successi felici delle sue armi si debbono al coraggio ed al talento di Ludi ino, di Galeazzo, e sopra gli altri di Marco suoi figli. Di quest'ultimo PAzario dice, qui omnes alios probitate excedebat (i); e si vede che credette di significare prodezza. Per altro in Alatteo non si conosce alcuno di que' tratti sovrani che indicano le anime grandi capaci d'innalzarsi al subì ime. Egli si limitò sempre a pensieri proporzionati alla sua condizione presente, e preferì la prudenza all'eroismo. La grandezza della sua casa singolarmente si deve a lui; ma piuttosto per una combinazione di circostanze, che per un ardito progetto eh' ei ne avesse immaginato. Matteo è stato un buon uomo, un buon padre, un buon principe, accorto, giudizioso; ma non l'ho chiamato Matteo Magno, perchè quel titolo è consacrato per distinguere quelle anime vigorosamente energiche, le quali slanciatesi oltre la sfera comune degli uomini, formano un'epoca della felicità, della coltura e dei progressi della ragione, negli annali del genere umano.
Se la guerra contro di Matteo Visconti fosse stata mossa per motivi personali, colla di lui morte sarebbe terminata, ed avrebbe Milano nuovamente goduta la tranquillità; ma l'oggetto delle ostilità era d'opprimere una nascente potenza; e perciò Galeazzo I, al quale Matteo aveva rinun-
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (384/609)
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Ludi Galeazzo Marco PAzario Alatteo Matteo Magno Matteo Visconti Milano Galeazzo I Matteo Matteo
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