Storia di Milano di Pietro Verri
3C)2 STORIA DI MILANOinuoltrate sino a Pisa, e costrinsero i Pisani a chiedere pace, pagando a Luchino cento mila fiorini d'oro, ed obbligandosi a presentargli ogni anno un palafreno con due falconi, in segno d'omaggio (i): ecco ciò che questo principe fece per f ingrandimento del suo Stato. Molto fece egli ancora per mantenere e introdurre l1 ordine sociale nel dominio. Ei preservò Milano dalla peste l'anno «3^8 1348. Egli non volle proteggere veruna fazione 5 e Guelfi e Gibellini indistintamente erano difesi dalle stesse leggi, e ritrovavauo egualmente giustizia. Le strade poi, che per 1'addietro erano infestate da'ladri, divennero sicurissime5 per ottenere la qual cosa Luchino si appigliò ad un partito singolare. Prese egli al suo stipendio i masnadieri medesimi, che vivevano in prima saccheggiando i passeggieri, e da costoro le fece custodire, il che mirabilmente si ottenne. Oltre i masnadieri erano saccheggiati i viandanti da cento angherie che loro imponevano i feudatarj, nelle giurisdizioni dei quali conveniva loro di passare; il che sembra una prova di più delle antiche prepotenze dei nobili sopra dei popolari, delle quali si è superiormente tratatto. Luchino promulgò provide leggi, che-ebbero per oggetto di preservare i poveri dall'oppressione, sollevare il popolo dai carichi, assoggettarvi i ricchi, e togliere ai nobili ogni mezzo di esercitare impunemente estorsioni e violenze. La politica di Luchino dispensò la plebe • dall' obbligo di servire nelle guerre; e coli' apparenza d'un pietoso beneficio allontanò così il popolo dal maneggio dell'armi, e piantò l'ordine e la sicurezza pubblica sotto di un' assoluta monarchia. Vegliava egli sulla esecuzione
(1) Gio. Villani, Iib, XII^ cap,
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824
pagine 585 |
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Pagina (412/609)
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