Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO DUODECIMO 4i!
dilatato il bisogno di questi tanto utili e generosi animali. Se poi tanto grano si raccogliesse, quanto occorreva al nutrimento del popolo, non è cosi -facile il deciderlo} poiché in una concordia che si fece fra i nobili e i popolari Tanno 1225, venne pattuito fra gli altri articoli che il comune di Milano dovesse ogni anno far venire da paese estero de' grani pel valore di sei mila lire di terzoli. Il che non saprei se debbasi considerare come una forzata compiacenza de5 nobili terrieri verso di un error popolare, come inclina a crederlo il nostro conte Giulini (i), ovvero come una prudente precauzione in tempi ne' quali questo commercio era vincolato. Parmi che se le terre fossero state bastantemente feraci di grano, si sarebbe dalla plebe domandata, non l'introduzione del grano estero, ma del più vicino e nazionale, per assicurare l'alimento alla citta. Generalmente si mangiava in Milano pane di mistura ; e l'anno 1355 v'era in tutta la città un forno solo che fabbricasse il pane bianco di solo frumento, pane che allora era di lusso; e questo privilegiato chiamavasi il Prestino de Ro-sti, ed era vicino alla piazza de' Mercanti (2). E bensì vero che l'uso di servire con pane di frumento puro e bianco ne' pranzi d'invito, era anche un secolo prima conosciuto presso di noi; e ne fa prova una sentenza favorevole ai canonici di Varese pronunziata l'anno 1248, in cui venne condannato un beneficiato a dar loro la domenica avanti Natale un pranzo composto: Videlicetpa-nis frumentini boni et beni codi et albi; et vini boni et puri ad sufficientiam ; et capponorum vi-delicet unum inter duos plenum, et carnium bo' vis et porci cum bonis piperatis, videlicet frustum
(1) Tomo VII, p,-.g. (2) Giulini, Ionio XI, pag. 31.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (431/609)
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Tanno Milano Giulini Milano Prestino Ro-sti Mercanti Varese Natale Videlicetpa-nis Tomo VII Giulini Ionio XI
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