Storia di Milano di Pietro Verri

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      CAPO DUODECIMO ^iSMilano al suo tempo eranvi delle manifatture assai perfette e stimate al di fuori} e fra le altre vi si lavoravano gii elmi, le corazze e tutte le armature di ferro, speculorum claritatem exce-dentes. Soli enim fabri loricarum sunt plures ccn-tum, exceptis innumerabilibus subjectis operariis; e di queste nostre manifatture dice quell' autore che ne somministravano a tutta l'Italia non solo, ma se ne~ trasportavano perfino ai Tartari ed ai Saraceni. Questa manifattura, di cui troviamo la materia nei monti vicini , si mantenne per molto tempo in Milano, e vediamo nelPestratto fatto poi, all'occasione del censo, dai libri delle gabelle dell'anno i58o, che si considerarono dal ragionato dell'Estimo Barnaba Pigliasco, da Milano trasportate agli esteri: armature di cavallo
      11. ioo; a lir. 55. io: lir. 555o — armature da fante il. ogo: a lir. 33. i5: lir. i3i62. io. Il Fiamma pureci attesta che le nostre razze de' cavalli erano della maggiore altezza e forza- e tali dovevano appunto ricercarsi nel secolo in cui dovevano portare alla guerra gli uomini tutti coperti di ferro 3 e talvolta gli arnesi istessi del cavallo erano del metallo me-clesimo, per assicurarlo dalle ferite. De' cavalli nostri ne facevamo smercio assai nella Francia, a quanto ci attesta quell'autore contemporaneo3 e tale era probabilmente il frutto della irrigazione estesa e de' nostri prati. Oltre questi due articoli di commercio, eravi già piantata l'industria del lanificio in Milano a' tempi di Luchino e di Giovanni Visconti-, e il Fiamma dice de'nostri mercanti: ipsi enim mercatores discurrunt per Franciam, Flandriam, sin glia m, ementes lanam subtilem, eoe qua in hoc ch'i tate texuntur panni subtiles nobi-les in maxima quantitate, qui tinguntur ornili genere tincturarum, qui per totani Italiani deferun-


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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