Storia di Milano di Pietro Verri
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CAPO DECIMOTERZODella signoria de* tre fratelli Matteo, Barnaḅ
e Galeazzo Vis contiNella successione de' Visconti non si vede seguita una legge costante. Matteo I aveva quattro figli; dopo la di lui morte resṭ unico signore Galeazzo I, a cui successe Azone di lui figlio. Pareva adunque il principato ereditarsi dal primogenito. Ma dopo di Azone, morto senza figli, la signoria pasṣ a1 due fratelli Luchino e Giovanni, senza che i figli di Stefano vi avessero parte; i quali pure avrebbero dovuto possedere T eredità paterna, se lo Stato fosse un bene divisibile. In fatti, morto Giovanni, i tre soli discendenti di Matteo riconosciuti legittimi, cioè Matteo, Barnaḅ e Galeazzo, figli di Stefano, diventarono padroni e si divisero lo Stato. Non vi erano in que' tempi idee chiare di gius pubblico. Il principato era un podere, non una dignità instituita per il bene dello Stato. Tutto il bene che un sovrano faceva al suo popolo, non era considerato allora come il più sacro dovere adempiuto, ma benś come un1 accidentale beneficenza d1 un animo generoso. Terminata che fu la vita di Giovanni, la divisione si fece di comune accordo fra i tre fratelli. A Matteo toccarono le città che s'innoltrano nel-P Itali a ) a Barnaḅ la provincia che si accosta a Venezia, ed a Galeazzo toccarono le terre che ora sono appartenenti al Piemonte. Milano e Genova rimasero indivise sotto la comune dominazione. Matteo coś ebbe in sua separata porzione Bobbio, Lodi, Piacenza, Parma e Bologna. Barnaḅ ebbe Cremona) Crema, Bergamo e Bre-
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (447/609)
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