Storia di Milano di Pietro Verri
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ni, e la magiore parte de quelli distribuiva ala custodia de li cittadini ed anche a contadini, li quali niuiio altro cane che quegli puotevano tenere. Questi due volte il mese erano tenuti a fare la mostra, onde trovandoli macri in grande summa de pecunia erano condemnati, e se grassi erano, incolpandoli dil troppo similmente erano mule tati, se morivano gli pigliava il tutto; e li officiali o caneteri più che Pretori de le terre erano temuti. Pietro Azario, che viveva in que' tempi, ci lasciò scritto che certo Antoniolo da Orta ufficiale in Bergamo venne accusato presso di Barnabò d'avere esatte delle propine arbitrarie nello spedire certe licenze. L'accusatore era un solo, e Barnabò si ne alia determinatlone et defensione praecedente jussit unum suum domicellum cum litteris suis de praesenti ire, dirigendis Potestati Pergami, ut visis praesentibus dictum Antoniolum per gulam laqueo faceret suspendi sub poena suspensionis ipsius Po-testatis. Qui Potestas licei invite dictum Antoniolum in Palatio Pergami nullo alio expectato nisi quod cum Sacerdote confiteretur suspendi fecit (i). Se prestiamo fede agli Annali Milanesi, Barnabò con un editto proibì che alcuno più non ardisse di chiamarsi Guelfo o Gibellino, sotto pena del taglio della lingua, e furono tagliate le lingue ad alcuni contravventori (2). Fece bruciar vivi tre uomini ragguardevoli imputati di tradimento (3). Fece bruciare due monache del Bocchetto. Due altre monache di Orona miseramente ebbero sorte uguale. Fece crudelmente torturare Tommaso Brivio vicario generale dell'Arcivescovo, perchè aveva ricusato di degradare quelle infelici. Fece bruciare il
(1) Azario, pag. 2^5. (2) Anuales Mediolan. ad ami. i366.
(3) Iblei. 1370.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (467/609)
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