Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO DECIMOTERZOla méme hauteur que Voti voit voler les hiron-delles, jusquà ce quils eusscnt trouvè un champ sur lequel ils pussent se jetler. Nous en rencon-trions souvent sur le chemìn clou ils se jettoient sur la méme plaine oà nous ètions, et sans crain-dre tfètre foulés aux pieds des chevaux, ils s èie-voienl de terre, et couvroient le corps et le visage à ne pas voir devant nous, jusqità ce que nous eussions passe Vendroit oà ils sarrètoient. Par-tout oà ces sauterelles se reposoient, elles yfai-soient un dégdt affreux, en broutant Vherbe jusquà la racine; ensorte quaa lieti de cette belle verdure dont la campagne étoit auparavant tapissée, on rìy vojoit quune terre aride et sablonneuse. Questi insetti, col favore d'un vento gagliardo, attraversano persino il mare a volo; e in conseguenza o della sterilità avvenuta nell'Asia, o di una prodigiosa moltiplicazione accaduta in quell'anno nella specie di quegl'insetti; o di un vento straordinariamente violento che gli abbia trasportati oltre i consueti loro confini, o alfine di qualche altra cagione che non posso conoscere, giunsero essi persino a noi l'anno 1364- Se questa devastazione fosse periodica, sarebbe da temersi da1 nostri figli che vivranno l'anno 1855. Ma tali avvenimenti o non hanno periodo, ovvero l'hanno così vasto clie oltrepassa la memoria.
Ritorniamo agli orrori di quel governo, e miriamo 1' altra porzione dello Stato soggetta a Galeazzo II. Dopo che egli ebbe nuovamente in suo potere Pavia, ivi collocò la sua sede, lascialido
che Barnabò alloggiasse in Milano. Galeazzo non ebbe tante brighe a sostenere colle armi, quante ne ebbe Barnabò; onde abbandonando da principio ai ministri ogni cura dello Stato, egli nul-1' altro ebbe in pensiero che di apparentarsi con
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (471/609)
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