Storia di Milano di Pietro Verri

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      occhi , e vide tutte le cariche venali occupate da vilissimi ministri; i popoli rovinati, le sue milizie mancanti di paghe, il suo erario vuoto, e i suoi pochi sudditi esausti e languenti. In quel momento fece quello che sogliono le anime da poco; dalla inerzia passò alla frenesia. Fece impiccare il suodirettore delle fabbriche in Milano. Fece impiccare
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      il suo direttore delle fabbriche in Pavia. Il castellano di Voghera, per essere stato assente quando quegli afflitti abitanti scossero il giogo della oppressione, fu strascinato a coda d'asino, poi fu impiccato con un suo figlio. Sessanta stipendiati, perchè furono un poco lenti nell' eseguire una commissione, furono con una sola parola condannati tutti alle forche. Indotto a far loro grazia, se ne rammaricò poi, e fece porre in carcere Ambrosolo Crivello suo cancelliere, e lo privò d'un anno di salario, perchè era stato sollecito nella spedizione della grazia. Questi fatti ci sono attestati da più autori contemporanei. L'Àzario poi ci ha tramandato l'editto col quale quel principe ordinò a' suoi giudici qual carnificina dovessero far eseguire contro i rei di Stato. Egli immaginò il modo per far soffrire atrocissimo strazio per quarantun giorni, riducendo un uomo sempre all'agonia senza lasciarlo morire. La natura freme: Busiri e Falaride non lasciarono altrettanto: Intendo Domini est quod de magistris proditoribus incipiatur paula~ tim. Prima die qninque bottas de Curio. Secunda die reposetur. Terlia die similiier quinque bottas de Curio. Quarta die reposetur. Quinta die simili' ter quinque bottas de Curio. Sexta die reposetur. Septima die similiter quinque bottas de Curio. Octava die reposetur. Nona die detur ei bibere aqua, acetum, et calcina. Decima die reposetur.
      Undecima die similiier aqua, acetum, et cai-
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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