Storia di Milano di Pietro Verri
capo decimoterzo t\65
bile Augusto Giuseppe II, o ad alcuno de' Reali Arciduchi, la sera medesima avrebbe la famiglia del villano avuto di clje cenare 5 e invece di tre- / mare, come avrà fatto, avrebbe sparse lagrime di tenerezza benedicendo la sovrana pietosa munificenza. Non bastava poi alla giustizia la restituzione del podere rubato dal castellano. Un principe buono non si sarebbe determinato a cosa alcuna sulla esposizione d'un solo. Avrebbe disposte le cose in modo di essere esattamente informato del fatto, e d'ascoltare anche il castellano, per dargli campo a giustificarsi; indi s'egli aveva oppresso una povera famiglia, non bastava disfare il mal fatto. Voleva il ben pubblico che quel prepotente venisse contenuto per l'avvenire, e col suo esempio allontanasse i suoi pari dal meditare altrettanto. Ne avrebbe mancato un principe buono di prendere informazione sul governatore di Lodi, e sugli ufficiali rapaci che l'attorniavano. Barnabò, anche in questa scena, manifesta un carattere duro, insensibile, atroce ne' momenti istessi della giocondità, ed appare violento e niente addottrinato nella scienza di governare.
Verri. Sior. Mil. T. I.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (485/609)
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Augusto Giuseppe II Reali Arciduchi Lodi Barnabò
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