Storia di Milano di Pietro Verri

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      Sforza, che nella leggenda dello sue moneto pei4 questo si potrebbe credere un Inglese. Anche il titolo distinto di Conie di Pavia lo aggiunsero i successori per essere quella una contea separatamente infeudata; e per lo più iì principe eredir tario chiaraavasi Conte di Pavia. Vi bisognava nulla meno che una ignoranza totale della storia per ispaceiare seriamente !a impostura de' Confi iY Àngera. Eppure il Duca fu contentissimo di quell'adulazione; e la oronaca venne accolta con riverenza e con fede. La stessa ambizione dell'immortalità portò il Duca a fabbricare la chiesa e la magnifica Certosa presso Pavia , dotandola signorilmente in guisa che era uno de' più grandiosi e ricchi monasteri che avesse quest'ordine. Finalmente allo scopo medesimo mirò colla fabbrica del Duomo di Milano, immaginato ed innalzato da lui. Allora non v' era in Roma la superba chiesa di S. Pietro, ne in Londra quella di S. Paolo; e il tempio che disegnò Gian Galeazzo ed innalzò in Milano , pdir quei tempi era il più grande, il più ardito e il più magnifico del inondo, senza eccettuare Santa-Sofia di Costantinopoli. Se la fabbrica siasi cominciata nell'anno i38(5 ovvero nel 138^ -, è un soggetto di controversia, nel /quale non entrerò. Nemmeno entrerò io a trattare del gusto di questa immensa mole, tutta caricata di minutissimi lavori di marmo con tanta prodigalità e capriccio, che costano secoli e tesori gli ornati, le balaustrate, le guglie, i terrazzi che lo coprono , e non sono visibili se non agli uccelli, o a que' pochi che hanno la curiosità di salire cento ottanta braccia, quanto è l'altezza dell' ultima guglia, per rimirai le. Il Duca volle fare questo tempio abbandonando la sirnetria degli ordini eleganti di architettura, e seguendo il gusto
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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