Storia di Milano di Pietro Verri

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      CAPO DECIMO QUA RTO qQÙ
      battè gì1 Imperiali per modo, che condusse a Brescia un buon numero di prigionieri, due stendardi e più di mille cavalli; il che risulta dagli antichi registri della città sovra memorie contemporanee, consultate e pubblicate dal nostro conte Giulini (1). Il conte Alberico di Cunio e di Barbiano ebbe gran parte nell'onore di questa vittoria (2). Egli fu molto caro a Barnabò. Alberico fu istitutore della società militare di S. Giorgio, che liberò l'Italia da' masnadieri esteri. La virtù e il nome di questo illustre Italiano vivono ne' nobilissimi suoi discendenti (3). La presa di due stendardi significava allora assai più, che non farebbe in questo secolo, nel quale abbiamo moltiplicato le insegne5 non saprei a qual altro uso, fuori di quello di attestare con maggiore autenticità le proprie perdite quando vengon prese da' nemici, stipendiando a tal fìue molti uomini inutili per la battaglia. L'apparizione del re Roberto fu momentanea; poiché dopo queir incontro voltò strada, e per la via di Trento se ne ritornò nella Germania. A tale stato di prosperità era giunto Giovanni Galeazzo Visconti nell'anno 1402, che tutto si piegava sotto la potenza di lui. Altro più non gli restava se non di sottomettere Firenze, la quale era già cinta d'assedio dal conte Alberico; e fra poco la Toscana, la Romagna in buona parte e la Lombardia non avrebbero avuto altro padrone fuori che lui. Così il Visconti aveva nuovamente radunato in un sol corpo l'antico dominio de're longobardi, nè altro più gli mancava che il solo
      (1) Torno XII, pag. 54- (2) Brinai, Sloria cTIloIia, tomo II, pag. 475, ediz. Veuet. i6a3. — Morigia, Storia delPAnlichilà di Milano^ pag. 644•> ediz. Venet. i5g*ì. (3) Yeggasi il poema del P. Enrico Barelli De Alberico Vlly iu Milano, presso Marcili, 1782.


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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