Storia di Milano di Pietro Verri
49^ STORIA DI MILANOesLeri; quello che vi consumava il Duca per la sua corte e per le sue pompe, quello che si raccoglieva per fabbricare il Duomo dalla divozione de'cittadini delle altre città; e per conseguenza aveva mezzi grandi per i tributi. Certamente che iì Duca pose in opera tutt' i ripieghi per radunare il denaro, e fra questi ricorse ad uno di que1 metafisici ritrovati che colla idea di tener celato il tributo opprimono i popoli, più ancora di quello che non faccia un tributo sinceramente richiesto. LTArgellati ci ha pubblicata la legge monetaria , colla quale comandò quel principe che tutte le monete si dovessero spendere a maggior numero di lire; così che da quel giorno in avanti la moneta che correva per tre soldi, dovesse essere spesa ed accettata per quattro soldi; salvo però il pagamento de1 tributi, che eccettuò, e volle che venissero pagati a ragguaglio dell1 antica moneta (i). Con questa operazione quel sovrano defraudava i suoi creditori e stipendiati d'una quarta parte di quanto loro competeva. Ma tanti furono gì1 inconvenienti di questa indiretta operazione, che poco dopo la dovette rivocare, e restituire le monete al primiero loro corso; di che ne ha trovato i documenti il conte Giulini nell1 archivio della città (2). La superiorità che aveva il Visconti sopra degli altri principi confinanti, si conosce dalle frasi che adoperava nelle lettere ch'egli scriveva; e ciò anche da principio, avanti che avesse tanto dilatato il suo dominio, ed acquistata la dignità ducale. Il Corio (3) ci trascrive le lettere che Gian Galeazzo scriveva ad Antonio della Scala sovrano di Verona e di Vicenza, e le risposte che
(1) De Monet. Ital. toro. Ili, pag. 59. (a) Giulini, torno XI,
pag. Sai. (5) All'anno 1387.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1824
pagine 585 |
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Pagina (516/609)
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