Storia di Milano di Pietro Verri
l6 storia di milanopienamente. Ai solo avviso della inaspettata sua
presenza si posero in fuga i vincitori 5 anzi in-noltrandosi egli incautamente ad inseguirli, si trovò come attorniato e preso da essi; ma in vece di farlo prigioniere i nemici deposero le armi, e scopertisi il capo riverentemente lo salutarono, e qualunque poteva con ogni reverentia li tocchava la mano perche lo reputavano Patre de la militia et ornamento di quella; così il Corio. Sin dalla sua gioventù egli inspirava rispetto per la nobile e dignitosa figura, e più per la saviezza, prudenza, costumatezza ed eleganza nel parlare; onde Fi-stesso Filippo Maria admirabatur enim magis atque magis quotidie tura illius prudentiam, facundiam egregiosque mores, tum formae praestantiam, vul tus gestusque dignitatem (1). Un fatto raccontatoci dallo storico Giovanni Simonetta, che viveva in qne' tempi, mostra l'indole generosa del conte Francesco, e la singolare di lui prudenza nel fiore degli anni suoi. Sforza suo padre, mentre guerreggiava nell'Abruzzo, aveva affidato a Francesco un corpo. Ivi guerreggiavano i due partiti francesi e spagnuoli, ossia Angioini, contro gli Aragonesi. Si formò una trama segreta fra i soldati sottoposti a Francesco Sforza5 e improvvisamente una gran parte di essi tradì la fede, e abbandonando il giovine Francesco passò al nemico. Francesco co' pochi rimastigli fedeli si ricoverò in luogo munito. Appena ottenuto dal padre nuovo soccorso, si scagliò contro i nemici, e fece prigionieri tutti i traditori. Ne spedì la novella a Sforza di lui padre, chiedendo i suoi comandi sul trattamento da farsi a questi prigionieri. Sforza gli mandò il comando di farli tutti quanti erano impiccare. Al ri-
(1) SimoneUa lib. II, colonna 202, R. I. tomo XXI,
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (22/516)
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Patre Corio Fi-stesso Filippo Maria Giovanni Simonetta Francesco Abruzzo Francesco Angioini Aragonesi Francesco Sforza Francesco Sforza SimoneUa Sin Sforza Francesco Sforza
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