Storia di Milano di Pietro Verri
storia di milanoI Veneziani spedirono le loro truppe a servire come ausiliarie al Conte. La Repubblica Fiorentina, poiché vide svelato il mistero e apertamente inalberate le pretensioni del Conte, inviogli i suoi legati promettendogli amicizia. Il conte Francesco reso per tal modo sicuro dalla parte di Venezia, immediatamente si mosse a circondare sempre più Milano. Da Pavia spinse le forze al castello d'Abbiategrasso; lo costrinse ben tosto alla resa. È memorabile il fatto che mentre il conte Francesco conteneva i suoi vietando loro il sacco della terra, a tradimento dalle mura vennegli scoppiata un'archibugiata. Gli Sforzeschi correvano per vendicarsi. Il Conte illeso placidamente impedì che non si facesse male a veruno. Fattosi padrone d'Abbiategrasso, prese a sviare l'acqua del Naviglio, e per tal modo rese inoperosi i mulini di Milano. S'innoltrò a Novara e se ne impadronì (i). I Tortonesi spontaneamente si diedero al Conte. Vigevano pure spontaneamente lo volle per suo sovrano, discacciando i Savojardi che l'occupavano; Alessandria fece lo stesso; Parma si assoggettò. Mentre le cose erano a tal segno, i Milanesi scelsero per loro comandante Carlo Gonzaga (2). Allora il Piccinino, che forse aveva adoc-
(r) Novariamj Parmam9 Derlonamj, Alexandrìam* aliasquc urbes ditioni suae subdit. Decembr. Vila Frane. Sfor. Rer. Xtal. toni. XX? column. io^i , cap. XXXVI.
(2) li proclama è il seguente — 144^ die XVI Novembris— Li illustri Signori Gapilanei el difensori de la libertà de la Illustre et Excelsa Comnnila di Milano. Considerale le summe et excelse virtule probitale et magnanimitale et firma constan-tia d'animo, la experimentata el inconcussa fede el la longa experientia de le cose bellice et mesliero de arme el lo bra-xarlo amore el admirabile devotione che porta et ha portalo, et demonslrato con admirabile opere et experienlia infinite a questa Illustre et Excelsa Comunità de Milano lo Illustre et Magnifico Messere Carlo da Gonzaga Cavallero et Marchese ec*
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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