Storia di Milano di Pietro Verri
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3a storia di milanodella vita che corsero per le insidie delle corti, nelle quali dovevano regnare poi; la umanità, la popolarità, il valore, la perizia militare dell'uno e dell'altro sono degne di confronto. A Francesco Sforza mancò un più grande teatro sul quale mostrarsi, e spettatori più illuminati. Enrico ebbe per campo il regno di Francia, e per testimonio un secolo più colto (I).
La carestia fece nascere un generale disordine. Non v' era più chi volesse ubbidire. Quei che si erano arrogate le magistrature e il comando della
(i) In Milano le cose erano in cattivo stato. Non si può meglio conoscerle, che dalle carte autentiche di qtie' tempi; e tale è la lettera di Giovanni Teruffino ai signori Rafaele e Barnaba Adorni Genovesi, che ritrovasi nell'archivio della città
— Codice C, fogl. 69. — Essa cosi dice — Magnifici Majo-res honorandissimi — Quamvis altro di nuovo non me occorra , tamen acciò non vi maravigliate che niente scriva scrivarò poco da poi le altre lettere a voi scritte. Io non sono andato dalla Excellentia del Conte, tum perocché essa se lungo da qui, tum per le novitate de Francesco Piccinino occorse, ma avuto Maragnano che spero con la grazia de Dio sera infra pochi dì, delibero di andare a la Excellentia sua, tans perlo
compromesso de Zenovesi ad Galeotto, quam per altro, e sono certo che la disposizione sua sia eadem. Io desidero che si manda ad executione Io facto de Bosco, secundo che altra volta ne dicesti. Li facti di Milano breviter hanno questa conditone. Frumento ghe pochissimo et hanno vetato quelli Signori che pane di frumento non se venda, perciocché quello poco frumento lo quale gli è restato voleno per li soldati, ma non gli può bastare per dexe dì, segale e miglio hanno per tutto il mese che viene. Dappoi- sette dì che Francesco Piccinino e lo fratello andero a Milano non gli hanno dato dinari eccetto che due mila Ducati de molti promissi. Appropinquandosi apresso Milano la Excellentia del Conte come se bene havuto Marliano, verosimile è che Milano non se tegnerà quindici dì per mancamento e de victuaglie et de dinari et de strame e per infinita gente malcontenta. Dio governa la cosa in modo che questa nostra Provincia habbia quiete. Bene valete — Dal. Papiae die XX vili Jprilis i44q. — Vester famulus Tevuffiuiis
— A tergo. Magnificis Majoribus honorandis Dominis RapJiaeli &t Bamabae Adornis et Petro Spinulae, ec.
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (38/516)
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