Storia di Milano di Pietro Verri

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      36 storia di milanomodo le terre o le persone de' Milanesi, come si scorge dagli archivj di città (i). Ma i nostri capitani e difensori l'istesse armi che avean rivolte contro dello Sforza, le adoperavano ancora verso altri. Leggesi ne' registri di città la taglia di due mila ducati d'oro a chi condurrà a Milano Antonio e Ugolino fratelli Crivelli 9 i qu ali avcvan ceduta la fortezza di Pizzighettone al conte Sforza (2). Leggesi la taglia di mille ducati a chi consegnerà Francesco Borro che aveva ceduta allo
      Sforza la fortezza di Lodi.
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      Era circondata la città di Milano dai soldati delk) Sforza, e custodita con tanta esattezza,
      ch'egli era impossibile il ricevere alimento veruno. Un moggio di grano si vendeva a venti zecchini. S'eran vendute pubblicamente e mangiate le carni dei cavalli, degli asini, de' cani, de' gatti e persino de' sorci. Morivano sulle pubbliche strade alcuni cittadini di fame. In queste estremità, cioè tre giorni prima che Francesco Sforza diventasse padrone di Milano, i capitani e difensori della libertà pubblicarono un editto per la pudicizia e morigeratezza pubblica (3).
      (1) Voi. C, Gride dai i^y al ìfóo, fogl. 107.
      (2) Codice G, fogl. 115.
      (5) i45o die 25 Februarii — Se in ogni tempo debbe ca-duno voglia essere chiamato fidele e devoto Cristiano guardasse da fare contro li commandamenti del noslro Signore Dio., molto più è necessario emendare la vita nel tempo della tabulazione et afflictione per impetrare gratia et misericordia da la Divina bontà. Intendando aduneha li Illustri Signori Capitanei et defensori de la libertà nostra prohibire quanto sia possibile etiam mediante le pene et pnnitione temporale la disonestà et detestabile vita de quelli tengano femine a soa posta et etian-dio alcuni quali non temendo il Juditio divino presumano bia-stemare Dio e la soa gloriosa Madre et li soi Saueti el Sancte3 li quali duy gravissimi peccati grandemente, et pubblicamente si commettono in questa Città et in li Borghi soi non senza evidentissimo periculo de provocare majore ira de Dio contra


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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