Storia di Milano di Pietro Verri
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58 storia di milanovore di ciascun d'essi a prò del Conte di Pavia, Galeazzo suo primogenito. Poiché ebbe così adempiuti con magnanimità i doveri di sovrana e di madre, si pose ad eseguire quei di moglie secondo l'usanza di que' tempi. Il cadavere del Duca nel palazzo ducale si espose, e la vedova mai non si dipartì dal suo fianco, dando segni, come dice il Corio, d'incredibile amore. Il terzo giorno poi ornato con tutte le insegne ducali, e cinto de quella spada la quale fortissimamente in tutte le Victoria liaveva usato (i), venne con magnifica pompa tumulato in Duomo.
Mentre l'imperatore Federico III venne di qua dall'Alpi, e si fece incoronare in Roma dal Papa, egli non toccò nemmeno le terre soggette allo Sforza, non volendo pregiudicare alle ragioni dell'Impero col riconoscere per legittimo sovrano e duca l'usurpatore d'un feudo imperiale ch'ei non aveva forze per difendere. Era questo un oggetto importante assai per la dominazione della casa Sforzesca, di cui era mancato il sostegno e lo splendore. Galeazzo Maria in marzo del i/[66; allorché morì suo padre, era , siccome già dissi , nella Francia, comandando nel Delfinato l'armata che il Duca aveva allestita in soccorso del Re contro la lega. Appena ricevè l'avviso che spedigli la madre Bianca Maria del cambiamento accaduto nella famiglia, confidò tosto il comando a Giovanni Scipione , e travestitosi come un famigliare di Antonio da Piacenza mercatante, s'incamminò per la Savoja alla volta di Milano. Il » giovine Galeazzo aveva ventidue anni; temeva le insidie dei Duca di Savoja, il quale sulla dominazione della casa Sforza pensava di ampliare il suo
(l) Colio.
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (64/516)
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