Storia di Milano di Pietro Verri

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      ¦jo storia di milanoconfusione, e ricoveratosi presso di un buon prete; aspettava d'ascoltar per le vie delle città gli applausi per l'ottenuta libertà, ed impaziente attendeva il momento per mostrarsi come liberatore della patria. Ma udendo in vece gli urli e lo schiamazzo della plebe, che ignominiosamente strascinava per le strade il cadavere del Lampugna-no, s'avvide troppo tardi dell'error suo, perde ogni lusinga, e venne imprigionato. Dal processo che se gli fece, si seppe la trama. Non mi è noto qual fosse il fine di Cola Montano. L'Olgiato morì nelle mani del carnefice con sommo coraggio. II ferro che colui adoperava, era poco tagliente; ei
      10 animò, e s'intese pronunziare queste parole:
      siabit vetiis memoria factu Bruto, Cromwel, 01-giato hanno fatta a un di presso la stessa azione.
      11 primo viene spacciato per un modello di virtù gentilesca ; il secondo ha la celebrità di un atroce ambizioso 3 il terzo non ha nome nella storia. Le circostanze decidono della fama, singolarmente nelle azioni violente, le quali si biasimano ovvero si lodano a misura del male o del bene che produssero poi. Il Corio, che ci lasciò descritto il fatto, era testimonio di veduta, e come cameriere ducale era nel seguito del suo sovrano quando venne ucciso. Ei ci racconta i visj del Duca, anzi i suoi delitti. Galeazzo interpellò un povero prete, che faceva l'astrologo, per sapere quanto tempo avrebbe regnato. Il prete diegli in riscontro ch'ei non sarebbe giunto all' anno undecimo. Galeazzo lo condannò a morir di fame. Egli per gelosia fece tagliar le mani a Pietro da Castello, calunniandolo come falsificatore di lettere. Egli fece inchiodare vivo entro di una cassa Pietro Drego, e così venne seppellito. Egli scherzava con un giovine veronese suo favorito, e lo scherzo giunse


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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