Storia di Milano di Pietro Verri
7 2 * storia di milanotranquilla in mezzo a tale scossa improvvisa, Tebbe Francesco Simonetti, che si chiamava Cicho Si~ manetta. Egli era Stato il'primo'ministro e l'amico del duca Francesco ; uomo di Stato e di molta virtù, e tale Cche, allorché Gaspare Vimer-cato, a cui Francesco in parte doveva e Milano e Genova, ardì parlargliene svantaggiosamente5 i! Duca freddamente risposegli essere tanto necessario a lui ed allo Stato Cicho, che s'ei morisse, ne avrebbe fatto fabbricare uno di cera. La vedova duchessa Bona lasóiò che Cicho disponesse ogni cosa. Egli si servì del conte Giovanni Borromeo per tenere in calma la città. Il Borromeo , possedeva la fiducia di ognuno; e il Corio dice che questo perhumanissimo Conte era tanto abituato alla buona fede, che il pretendere da lui cosa alcuna contro la ragione o contro la virtù, sarebbe stato Io stesso che volere strappar dalle mani d'Ercole la clava, suo malgrado. Fu tumulato Galeazzo Maria colla ordinaria pompa ducale. La vedova lo fe'vestire col manto d'oro, e fece chiudere nel sarcofago tre preziose gemme, il figlio primogenito Giovanni Galeazzo venne proclamato duca, sebbene d'età di sei anni. Simonetta abolì tutte le gabelle imposte recentemente. Confermò gli stipendiati. Fece compra di grano, e ne fece largizioni alla plebe, che penuriava ; e ciò sotto nome della duchessa Bona dichiarata tutrice del nuovo Duca. Simonetti reggeva tutto come segretario di Stato.
V'erano due supremi consigli. Quello di Stato sì radunava nel castello avanti il sovrano o la tutrice; quello di Giustizia si radunava nella corte ducale in Milano. Lodovico e Sforza fratelli del defunto Duca immediatamente dalla Francia, ove tenevali rilegati il fratello Galeazzo, volarono a
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835
pagine 503 |
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Pagina (78/516)
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