Storia di Milano di Pietro Verri
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storia di milanoi pregi delle ballerine annovera il mover lenti lenti i piedi. Ecco il sonetto:
Io vidi belle, adorne e gentil' Dame Al *uon di soavissimi concenti Co9 loro amanti mover lenti lenti I piedi snelli, accese in dolci brame;
E vidi mormorar sotto velameAlcun degli amorosi suoi tormenti, Dividersi e tornare al suono intenti, E cibar d7occhi l'avida sua fame;
Vidi stringer le mani, e lasciar Torme Dolcemente stampate in lor non poco, E trovarsi in due cor desio conforme.
Nò mirar posso così lieto giuoco,
Ch'a pensier lieto alcun possa disporrne , Senza colei che notte e giorno invoco.
¦tD'un altro genere men elevato sì, ma pregevole per la facilità è il sonetto seguente eh' ei scrisse a messer Antonio Fregoso, da cui veniva avvisato che una indiscreta vecchia non cessava d'infamarlo. Così rispose:
Ornai, Fregoso, io son come il cavallo Che porta il tuon delle Pannonie schiere, O come quel qual usa il schiopettere, Che al bombo del schiopetto ha fatto il callo.
Riprenda pur la plebe ogni mio fallo, Che tanto fa il suo dir quanto il tacere: Qual son Topei^e mie, quale il volere, Chi il vero intende, apertamente sallo. •
Che diavol sarà poi con questa femmina, La qual non altra cosa che zizzania * Nel steri! orto del rio vulgo semina!
Sola se stessa infoi, non altri lania;
E quanto più suo pazzo error s9ingemina, Tanto a chi sa, dimostra più sua insania.
L'immagine di Beatrice vedesi pure in un quadro della scuola di Lionardo a Sant'Ambrogio ad Nemus. Ella vi ò in ginocchio co' due suoi figli Massimiliano e Francesco, e collo sposo Lodovico i) Moro.
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (100/516)
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