Storia di Milano di Pietro Verri
STORIA DI MILANOentrate del Duca ascendevano, tutto compreso, a seicento mila annui zecchini (i). Delle gioje da monarca che Lodovico il Moro possedeva, le quali diede in pegno per averne denari, quattro pezzi soli bastano per darcene idea. Da un manoscritto antico conservato nella grandiosa collezione dei sig. principe di Belgiojoso d'Este (2) ciò ho rilevato. La carta s'intitola; Zoje impegnate che erino dello Illustrissimo Sig. Duca Lodovico Sforza •— El Balasso chiamato el Spino estimato ducati venticinque mille. El Rubino grosso con la insegna del Caduceo de carati 22 con una perla de carati 29 f estimati ducati vinticinque mille. La punta grossa di Diamante estimata ducati vinticinque mila. La perla grossa pesa con V oro den. 6, gr. 9, vale ducati dieci mille. Il Corio ci descrive Lodovico Sforza come uomo di mólto ingegno , d' aspetto veramente maestoso, di contegno no-
insieme con uno Rotulo che se domandava la lista grande de li salariati in la quale per via de summario era descripto tuta la spesa del Stato, la quale se mandava inclusa in una letera Du-, cale expedita per el dicto Secretano alli Magistri de le intrate ordinarie et Thesaurero ^ commettendoli che facesseno fare la expeditione de li pagamenti secundo era annotato iti esso qua-tenieto et lista alli tempi debiti et secundo Vordine de la Corte; et così se faceva.
(1) Il Prato asserisce che le entrate ducali ascendessero nel 1499 a ducali ossia zecchini settecento ottauta mila. Il Corio all'anno i^gi dice secento mila. Da un MS. gentilmente mostratomi dal chiarissimo sig. presidente conte Carli le ducali entrate allora erano zecchini 424472J m* sono attenuto al Corio, supponendo che il minor calcolo comprenda le sole entrate ordinarie. Paragonata poi l'estensione dello Stato d',al-lora, le opere grandiose che si intraprendevano, con secento mila ducati, se ne dedurrà una nuova conferma di quello che in più luoghi ho indicato, cioè sul valore de* metalli nobili maggiori assai in que' tempi che non lo è a' giorni nostri. Un uomo con cent'once d'oro oggidì è meno ricco di quello che lo fosse allora uno che ne possedesse cinquanta.
(2) Voi. I Miscellanea, num. 14.
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (104/516)
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