Storia di Milano di Pietro Verri
122 storia di milanodire a Roma ed a Napoli per ricercare soccorsi contro de' Francesi; e lo avvisò di prepararsi ad eseguire questa commissione. Il Moroni ringraziò il Duca dell' onore che voleva fargli5 ma considerandosi ancora assai giovine ed imperito per affari di Stato, supplicò per essere dispensato da una commissione che difficilmente sarebbe riuscita con buon servigio del Duca e con onore di lui. Il duca Lodovico graziosamente replicò che il senno del Moroni era virile se F età era fresca, e che sperava sarebbe ottimamente riuscito. Il Moroni soggiunse al Duca che ne il Papa ne il Re di Napoli si sarebbero fidati di lui, attesoché dai Francesi era stato beneficato, e che questo solo bastava a renderlo un negoziatore infelice. Nemmeno a ciò s' arrese il Duca, replicando che la confidenza eh7 egli mostrava di avere in esso lui, avrebbe convinti e il Papa e il Re per modo che avrebbero liberamente trattato seco. Vedendo il Morone deluso ogni sutterfugio, con sornmes-sione dichiarò eh' egli avrebbe data la vita pel servigio del suo naturai principe ; ma che egli sentiva una ripugnanza invincibile a far cosa alcuna in danno de'Francesi, dai quali era stato favorito. Lodovico lodò la virtù del Morone, lo congedò5 ma si conobbe che non ne rimase contento: profecto rationìs efficacia victus manum dedit; attameii cium me dimisit eum miln subirà-lum dignoviy quoniam, ut scis, Principes quod volimi nimium velie solente et ut plurimum quod juvat magis> quarn quod decet* cogitant (1). Le lettere del nostro Moroni si trovano nella biblioteca del fu conte di Firmian, e meriterebbero di
(1) Così nella lettera 28 febbrajo i5oo a Gio. Angelo Selvatico.
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835
pagine 503 |
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Pagina (130/516)
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