Storia di Milano di Pietro Verri

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      il forte stavano esso governatore, il marchese di Mantova e il maresciallo Trivulzio con cento uomini d'armi. L'attacco si faceva con forti bastoni ; e tanto fu F ardore, che alcuni vi rimasero morti, molti feriti ; e la cosa era talmente impegnata, non volendo alcuna delle due parti cedere, che per evitare una funesta scena dovette il Pie in persona porsi di mezzo. Un mese e mezzo dimorò il re Lodovico questa seconda volta in Milano, d' onde partissene il giorno 11 luglio alla volta di Savona, per abboccarsi col Re di Spagna e concertar il matrimonio della sorella del duca di Nemours con quel Re. I Veneziani, vedendo che il re Lodovico XII si era con facilità impadronito di Genova, cominciarono a temere questo potentissimo vicino, che aveano incautamente invitato ed assistito. Mossero delle pratiche per animare l'imperator Massimiliano, il quale avea alla sua corte i due esuli principi Massimiliano e Francesco figli del Duca prigioniero. Non poteva il capo dell'Impero considerare mai come legittima la invasione fatta dal Re di Francia nel Milanese. Il feudo non passava nelle femmine, e quindi era viziato il titolo su cui fondavasi il Re. Veramente ancora più viziato era quello che poteva mostrare Francesco Sforza; poiché la Bianca Maria nella sua origine aveva una macchia dalla quale era immune la Valentina. Ma appunto per questo quell'Augusto avea con nuova investitura costituito duca Lodovico secondogenito, acciocché l'investitura mostrasse F arbitrio cesareo nella scelta. Oltre poi F augusta maestà dell' Impero , nel cuore di Massimiliano parlavano i moti del sangue in favore dei due giovani principi oppressi. Lusingato adunque Massimiliano dal favóre de' Veneziani, si presentò ai diffìcili passi dell'Adige per


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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